Ancora al rosso

28 Marzo 2008

[…]va reso semplice e veloce l’accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l’insegnamento dell’educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro). Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.

Caro Rosso, che peccato che manchi l’educazione informatica fin dall’asilo, se no mi sarei detto certo di trovare la tua maschia firma sotto quelle della Hack (un nome che vale un voto, no?), della Cavarero (mon dieu, quando penso che da giovane pensavo di fare filosofia a Verona rimpiango di essermi risparmiato certe botte di vis polemica!) e di altre spirite libere.

Prima o poi

28 Marzo 2008

Tornerà il terremoto, prima o poi. Capiterà di notte, come un ladro. E, forse, sarà l’ultimo: dopo l’eterno istante di stupore (son io che fremo o forse il letto e il quadro che traballa?), silenzio.

Epilogo

23 Marzo 2008

L’indomani, il Carè non fece gli auguri di Pasqua a nessuno. Strano, di solito era sempre così attento.

La sera i parenti vennero informati, da una voce di donna, del fatto che una polmonite se l’era portato via. Mucca pazza, amianto, tabacco, elettrosmog, terrorismo islamico, pedopornografia, non si capì bene il motivo.

Il buongiorno si vede dal mattino

22 Marzo 2008

Appena alzato, ho sentito alla tele che il girovita determina la qualità della vita.

Non ho potuto fare a meno di immaginarmi fra qualche anno, bello paffuto (anzi, brutto e grasso, secondo i direttori di marketing dei servizi sanitari e non), a godermi un Solitario.

Squillò il telefono.

Voce di donna: Buongiorno signor Carè. ParlocolsignorCarè, vero?
Il sior Carè: Sì…
Voce di donna: Infattisapevamocheleivivedasolo.
Il sior Carè: Bene.
Voce di donna: Vede, chiamopercontodellaASL. Sappiamochepurtroppo lasuaqualitàdellavita èinsoddisfacente…
Il sior Carè: Mah, veramente non saprei.
Voce di donna: Sì, è così. Vede, ilsatellite lehamisuratoilgirovita, che perunuomo è traifattori de-ter-mi-nan-ti. In più abbbiamoaltremisurazioni i-ne-qui-vo-ca-bi-li. Su questo cisonomoltistudi e naturalmentemidispiaceperlei. Lachiamoperinformarla che dalventunoMarzo loStatooffreaicittadiniindifficoltà comelei il dirittogratuitoall’eutanasia. Se lei vuole avvalersene, sono a sua disposizione per qualsiasichiarimentoosupportopsicologico.
Il sior Carè: Capisco. E come funziona?
Voce di donna: Lei non si devepreoccuparedinulla. Uno specialista verrà a casasuaalpiùpresto. La procedura garantiscelatotaleassenza didolore. Se lei è cattolico, sipuòfareanchedomani. E’ Pasqua e già molti hanno fissato l’appuntamento. Vuole?
Il sior Carè: Non so.
Voce di donna: Sappia anche che pertremesi potrà continuare ad avvalersi del consuetoserviziosanitariogratuito, dopodiché, se la sua qualità della vita non sarà miglioratasensibilimente, il diritto di avvalersi gratuitamente delle prestazionisanitarie le saràrevocato per tre anni, dopodiché si riesamineràilsuocaso. Resteràcomunquegratuito il servizio domiciliare di eutanasia. Preferiscepensarciconcalma, signor Carè?

Era una mattina buia e tempestosa e d’un tratto si udì uno sparo. Il Carè aveva dato in pasto un po’ di piombo alla cornetta ed era tornato al suo Solitario.

Rendiamo Grazie (ritorno in studio)

18 Marzo 2008

Una giornalista vestita da donna: “Ringraziamo Alfredo Mammola per lo straziante servizio”.

A che serve nascere se poi non si fa educazione informatica?

17 Marzo 2008

Discorsi da giornaletto.
Mica vero che i rossi diventano bianchi con l’età e mai viceversa. (Alcuni sostengono che i più arcigni, quando la fine s’avvicina ma non troppo, nuovamente shìftino verso il rosso in un sussulto di nostalgia per i bei tempi, per poi tornare bianchi due istanti prima del trapasso).

C’è gente che fa anche al contrario. Parte bianca che più bianca non si può: no agli aborti, no ai divorzi, no ai contraccettivi, no al petting, no al bacio con la lingua, no al bacio sulla lingua, no all’onanismo, no ai froci praticanti, no all’agopuntura, no; passa qualche tempo e affiancano ai santini le foto di R.M.Stallman. Non sono rossi, van dicendo: it is a matter of freedom, mica di colore!
Ti capita che poi li incroci per strada, ingobbiti e imbrufoliti. Qualche chilo in più, ma il portatile nuovo, con installata una dozzina di Linux e appiccicata sul coperchio qualche scrittina a dimostrare che lì già risiedette Windows Vista, che fu disinstallato e rimborsato il terzo giorno, secondo Paolo Attivissimo, per grazia ricevuta dal Codacons, per intercessione dell’ADUC, eccetera, eccetera, gloria.
Non è questione di soldi, it is a matter of freedom.

C’è chi incontrando una bella tipa si doleva per lei, temendo castamente e sinceramente la sua verosimile vicinanza al peccato, mentre i normali se ne stavano intenti a forgiarsi fantasie, stimando e contabilizzando la quantità e qualità settimanale dei di lei climax. Ora la pietà ha cambiato stile: indaga e indugia nelle pieghe del volto per capire (santa o peccatrice ormai nulla importa) quante volte, la figliola, usi Windows anziché l’OSS.
OSS sta per Open Source Software: se lo chiedete, il “bianco” risponde, con tanto di bibliografia.

Capita che, mentre i compagni di classe d’un tempo, atei, agnostici, satanisti, nichilisti, menefreghisti, sgarbisti e celoduristi, a volte comunisti, quasi sempre anarchici e modernisti, ridendo e scherzando sulla campagna elettorale, alla fine dichiarano di votare per i bianchi, un po’ per età, un po’ per estetica; capita, dicevo, che i bianchi che furono contro i divorzi, contro i contraccettivi, contro il petting, contro i baci sulla/nella/colla lingua, contro l’onanismo, contro il frocismo praticato, contro i mulini a vento, contro un po’ tutto tranne iddio! votino per i rossi, quelli con la falce e il martello e tutto quanto. Lo dico subito e secco secco, il motivo: è perché questi rossi c’hanno i siti open source.

It is a matter of freedom.

Trova l’intruso (al tramonto di un dì di festa)

8 Marzo 2008

“La domenica, nelle nostre società occidentali si è mutata in un fine settimana, in tempo libero, che specialmente nella fretta del mondo moderno, è certamente una cosa bella e necessaria. Ma se il tempo libero non ha un centro interiore, da cui proviene un orientamento per l’insieme, esso finisce per essere tempo vuoto che non ci rinforza e ricrea”

“Mantenete vivo, carissimi, il senso vero del Natale; siate sempre coscienti del suo autentico significato”

“Le feste pasquali, che abbiamo solennemente celebrato, vi siano di stimolo ad aderire sempre più al Signore crocifisso e risorto e vi spingano a partecipare con generosità alla missione delle vostre rispettive comunità cristiane”

“Non bisogna perdere il senso profondo dell’otto di Marzo che è quello di meditare su come agire per migliorare la condizione della donna. E’ allarmante il dato che nel nostro paese la componente maschile sopravanza ancora di molto quella femminile rispetto all’occupazione. L’emancipazione passa necessariamente attraverso l’indipendenza economica e un lavoro gratificante. Non lasciamo che il consumismo ci distragga da questo”

Post Scriptum

Chi mi conosce lo sa: non sono più misogino che misantropo.

Però pensavo di manifestare per le quote gay. Ce lo vedo bene il parlamento: le donne a sinistra, gli uomini a destra (i single all’interfaccia dei due schieramenti: per un surplus d’opportunità), le lesbiche ove piace, gli uomini gay in basso, mai fuori dal cono visivo dei normali. Non si sa mai.

All’ingresso, distribuzione gratuita di spirali e goldoni d’oro. All’uscita, champagne, mortadella e anticoncezionali postcoitali. Dirige la nostra metà: Nino Strano, al grido poco siculo di fatecele vede, fatecele tocca.

Eia eia alalà

Vivo in mezzo al mondo

23 Febbraio 2008

Già non pochi lettori di un certo spessore mi hanno fatto i complimenti per l’ultimo intervento. La cosa mi preoccupa: non vorrei salire troppo di livello, se no poi perdo il contatto con la gente comune.

Piazzo qua, pertanto, un post à la Grazioli, qualcosa di politico e furbesco, qualcosa di simile ad un travaglio ideologico di moda, molto giornalistico e “popolare nel senso buono”. Cominciamo!
Ieri ho visto la prima parte de Le Invasioni Barbariche con l’elefantino. Ho letto commenti come sempre lucidi e intelligenti in altrui blog, il cui senso era che la donna coi tacchi a spillo ha messo ko il pingue santone barbuto. Prima che l’uomo medio si perda, vorrei dire che sto parlando di Daria Bignardi (non male davvero come tipa, pensando soprattutto al fatto che ha grosso modo il doppio dei miei anni e ne dimostra circa la metà) e Giuliano Ferrara. Entrambi, semplificando, sono giornalisti. Capite quando dico “semplificando”? Forse è una parola troppo lunga, fate finta che non l’abbia mai detto, ok?

Ad ogni modo, secondo me i due erano d’accordo. E anche il pubblico. Il pubblico e la Bignardi, ad un certo punto, hanno recitato la parte, d’accordo con Ferrara. Ne sono convinto. Ferrara interpretava il bene, loro il male.

Mi riferisco alla faccenda “perché le immigrate abortiscono?”. En passant, “perché le immigrate abortiscono?” mi pare un buon titolo per il prossimo post del Grazioli. Insomma, i ruoli erano decisi ed è nato l’exemplum (ehm, diciamo una situazione da cui trarre una conclusione morale, tipo come quando Checcherini è stato cacciato dall’Isola dei Famosi per aver bestemmiato). Tutti d’accordo. La Bignardi felice di fare la svampita, il pubblico felice di fare la plebe, Ferrara lieto di fare il buono. Il problema è il seguente: se solo io ho capito che recitavano e tutti hanno preso la cosa sul serio e, in aggiunta, hanno dato ragione al male che veste Prada, non è che la recita abbia fallito nell’intento edificante? Che si sia mutata diabolicamente nel suo contrario? Oddio, qua le cose si complicano. Mal di testa. Chiedo sorry.

Quello che conta è che in questo post ho commentato un fatto reale.
Ho provato le emozioni del blogger vero.

Chi è come Google News?

17 Febbraio 2008

E’ notte, ma c’era ancora il sole, poco fa, quando leggevo le ultime notizie. Una la ricordo bene.
ANSA - 6 ore fa, mi dice adesso il meccanismo.

Si clicca su “aggiorna”, si spera in qualcosa di nuovo. Mi distraggo un attimo… e spunta la novità.
AGI - 2 minuti fa, mi entusiasma il meccanismo.
Leggo avido, mi sazio e infine scorro atarassico, e poi vieppiù malinconico, nel carezzare la quiete subentrata, i “Risultati News” - per lo stesso argomento. Ritrovo entusiasmi impolverati. Altroché sole, c’era ancora l’estate, a quel tempo…
Mi riprende la brama e aggiorno:
AGI - 6 minuti fa.

E’ una danza macabra, questo meccanismo. Ce li vedo i giornalisti alle prime armi che fanno girare forte le loro ruote, sotto il vento, i bei cricetini imberbi. E un occhio buttiamolo pure ai vecchi (lì sta il segreto), che fuggono il pensionamento scrivendo bene e leggendo i blog. Cliccano su “aggiorna”, i poveracci. Sperano forse di indovinare, tra le righe, il trasparire di un meditato coccodrillo - troppo bene sapendo che i “discorsi in memoria” che li riguardano troppo tardi appariranno, se appariranno.
In fondo, non aspettano altro, ma si leggono a vicenda e si spostano avanti l’un l’altro la meta. Si aggiornano. Così si fa. Così facciamo. Così faccio.

Aggiorno.

C’è sempre qualche ANSA sotto il sole.

Trenitalia (FF ma, soprattutto, SS)

13 Febbraio 2008

Momenti di alto teatro.

Solita storia. Non è che perché c’è la coprocrazia siamo tutti più buoni.

C’è chi va negli stadi, chi ai G8, chi nella foresta a stuprare e sgozzare adolescenti indigene o bimbetti o animaletti o quel che viene a tiro. C’è chi indossa la divisa. No, no, va’ al diavolo…macché poliziotti!
Soldati?! Ma no, no, no! Quelli, poveretti, sono schiavi di pulsanti e meccanismi. In più, a loro passa presto la voglia, è risaputo.

No, dico, lascia stare gli agrumi meccanici, i luoghi comuni da pacifista fumato (e tagliati i capelli: volevi essere un’Apparizione, invece ossequi una moda che è di un’estrema destra reale - marameo!) e leggi il titolo, pistola.