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Epilogo

Domenica 23 Marzo 2008

L’indomani, il Carè non fece gli auguri di Pasqua a nessuno. Strano, di solito era sempre così attento.

La sera i parenti vennero informati, da una voce di donna, del fatto che una polmonite se l’era portato via. Mucca pazza, amianto, tabacco, elettrosmog, terrorismo islamico, pedopornografia, non si capì bene il motivo.

Il buongiorno si vede dal mattino

Sabato 22 Marzo 2008

Appena alzato, ho sentito alla tele che il girovita determina la qualità della vita.

Non ho potuto fare a meno di immaginarmi fra qualche anno, bello paffuto (anzi, brutto e grasso, secondo i direttori di marketing dei servizi sanitari e non), a godermi un Solitario.

Squillò il telefono.

Voce di donna: Buongiorno signor Carè. ParlocolsignorCarè, vero?
Il sior Carè: Sì…
Voce di donna: Infattisapevamocheleivivedasolo.
Il sior Carè: Bene.
Voce di donna: Vede, chiamopercontodellaASL. Sappiamochepurtroppo lasuaqualitàdellavita èinsoddisfacente…
Il sior Carè: Mah, veramente non saprei.
Voce di donna: Sì, è così. Vede, ilsatellite lehamisuratoilgirovita, che perunuomo è traifattori de-ter-mi-nan-ti. In più abbbiamoaltremisurazioni i-ne-qui-vo-ca-bi-li. Su questo cisonomoltistudi e naturalmentemidispiaceperlei. Lachiamoperinformarla che dalventunoMarzo loStatooffreaicittadiniindifficoltà comelei il dirittogratuitoall’eutanasia. Se lei vuole avvalersene, sono a sua disposizione per qualsiasichiarimentoosupportopsicologico.
Il sior Carè: Capisco. E come funziona?
Voce di donna: Lei non si devepreoccuparedinulla. Uno specialista verrà a casasuaalpiùpresto. La procedura garantiscelatotaleassenza didolore. Se lei è cattolico, sipuòfareanchedomani. E’ Pasqua e già molti hanno fissato l’appuntamento. Vuole?
Il sior Carè: Non so.
Voce di donna: Sappia anche che pertremesi potrà continuare ad avvalersi del consuetoserviziosanitariogratuito, dopodiché, se la sua qualità della vita non sarà miglioratasensibilimente, il diritto di avvalersi gratuitamente delle prestazionisanitarie le saràrevocato per tre anni, dopodiché si riesamineràilsuocaso. Resteràcomunquegratuito il servizio domiciliare di eutanasia. Preferiscepensarciconcalma, signor Carè?

Era una mattina buia e tempestosa e d’un tratto si udì uno sparo. Il Carè aveva dato in pasto un po’ di piombo alla cornetta ed era tornato al suo Solitario.

A che serve nascere se poi non si fa educazione informatica?

Lunedì 17 Marzo 2008

Discorsi da giornaletto.
Mica vero che i rossi diventano bianchi con l’età e mai viceversa. (Alcuni sostengono che i più arcigni, quando la fine s’avvicina ma non troppo, nuovamente shìftino verso il rosso in un sussulto di nostalgia per i bei tempi, per poi tornare bianchi due istanti prima del trapasso).

C’è gente che fa anche al contrario. Parte bianca che più bianca non si può: no agli aborti, no ai divorzi, no ai contraccettivi, no al petting, no al bacio con la lingua, no al bacio sulla lingua, no all’onanismo, no ai froci praticanti, no all’agopuntura, no; passa qualche tempo e affiancano ai santini le foto di R.M.Stallman. Non sono rossi, van dicendo: it is a matter of freedom, mica di colore!
Ti capita che poi li incroci per strada, ingobbiti e imbrufoliti. Qualche chilo in più, ma il portatile nuovo, con installata una dozzina di Linux e appiccicata sul coperchio qualche scrittina a dimostrare che lì già risiedette Windows Vista, che fu disinstallato e rimborsato il terzo giorno, secondo Paolo Attivissimo, per grazia ricevuta dal Codacons, per intercessione dell’ADUC, eccetera, eccetera, gloria.
Non è questione di soldi, it is a matter of freedom.

C’è chi incontrando una bella tipa si doleva per lei, temendo castamente e sinceramente la sua verosimile vicinanza al peccato, mentre i normali se ne stavano intenti a forgiarsi fantasie, stimando e contabilizzando la quantità e qualità settimanale dei di lei climax. Ora la pietà ha cambiato stile: indaga e indugia nelle pieghe del volto per capire (santa o peccatrice ormai nulla importa) quante volte, la figliola, usi Windows anziché l’OSS.
OSS sta per Open Source Software: se lo chiedete, il “bianco” risponde, con tanto di bibliografia.

Capita che, mentre i compagni di classe d’un tempo, atei, agnostici, satanisti, nichilisti, menefreghisti, sgarbisti e celoduristi, a volte comunisti, quasi sempre anarchici e modernisti, ridendo e scherzando sulla campagna elettorale, alla fine dichiarano di votare per i bianchi, un po’ per età, un po’ per estetica; capita, dicevo, che i bianchi che furono contro i divorzi, contro i contraccettivi, contro il petting, contro i baci sulla/nella/colla lingua, contro l’onanismo, contro il frocismo praticato, contro i mulini a vento, contro un po’ tutto tranne iddio! votino per i rossi, quelli con la falce e il martello e tutto quanto. Lo dico subito e secco secco, il motivo: è perché questi rossi c’hanno i siti open source.

It is a matter of freedom.

Vivo in mezzo al mondo

Sabato 23 Febbraio 2008

Già non pochi lettori di un certo spessore mi hanno fatto i complimenti per l’ultimo intervento. La cosa mi preoccupa: non vorrei salire troppo di livello, se no poi perdo il contatto con la gente comune.

Piazzo qua, pertanto, un post à la Grazioli, qualcosa di politico e furbesco, qualcosa di simile ad un travaglio ideologico di moda, molto giornalistico e “popolare nel senso buono”. Cominciamo!
Ieri ho visto la prima parte de Le Invasioni Barbariche con l’elefantino. Ho letto commenti come sempre lucidi e intelligenti in altrui blog, il cui senso era che la donna coi tacchi a spillo ha messo ko il pingue santone barbuto. Prima che l’uomo medio si perda, vorrei dire che sto parlando di Daria Bignardi (non male davvero come tipa, pensando soprattutto al fatto che ha grosso modo il doppio dei miei anni e ne dimostra circa la metà) e Giuliano Ferrara. Entrambi, semplificando, sono giornalisti. Capite quando dico “semplificando”? Forse è una parola troppo lunga, fate finta che non l’abbia mai detto, ok?

Ad ogni modo, secondo me i due erano d’accordo. E anche il pubblico. Il pubblico e la Bignardi, ad un certo punto, hanno recitato la parte, d’accordo con Ferrara. Ne sono convinto. Ferrara interpretava il bene, loro il male.

Mi riferisco alla faccenda “perché le immigrate abortiscono?”. En passant, “perché le immigrate abortiscono?” mi pare un buon titolo per il prossimo post del Grazioli. Insomma, i ruoli erano decisi ed è nato l’exemplum (ehm, diciamo una situazione da cui trarre una conclusione morale, tipo come quando Checcherini è stato cacciato dall’Isola dei Famosi per aver bestemmiato). Tutti d’accordo. La Bignardi felice di fare la svampita, il pubblico felice di fare la plebe, Ferrara lieto di fare il buono. Il problema è il seguente: se solo io ho capito che recitavano e tutti hanno preso la cosa sul serio e, in aggiunta, hanno dato ragione al male che veste Prada, non è che la recita abbia fallito nell’intento edificante? Che si sia mutata diabolicamente nel suo contrario? Oddio, qua le cose si complicano. Mal di testa. Chiedo sorry.

Quello che conta è che in questo post ho commentato un fatto reale.
Ho provato le emozioni del blogger vero.

L’amore al tempo di MSN

Mercoledì 6 Febbraio 2008

Stavo per dirle tutto.

Che l’amavo, eccetera eccetera. Quinta nella lista dei contatti in linea. Pronto per il doppio clic.

clic

passavano i millisecondi che il cervelletto-e-via-dicendo mi impone sempre di attendere, tra l’uno e l’altro…

…clic

No, mi era sparita dalla lista dei contatti.

Un clic interruptus, in pratica. Oddio, cliccare cliccavo, ma orrendamente a vuoto.

A vuoto.

“A chi?!” - con accento bresciano e una “i” lunghissima che già si metamorfosava ottundendosi nell’eco di una “u lombarda”: mi sgridava la coscienza.

Che dire? Per fortuna siamo dotati di linguaggio. Se non potessimo esprimerci sai che roba? Tenersi tutto dentro… pazzesco. Non ce la farei mai.

:(

Uomini di pastafrolla

Domenica 3 Febbraio 2008

Dal laboratorio dell’università, sto per mandare milletrecento messaggi minatori anonimi al Presidente della Repubblica, con l’ausilio di un server fantoccio che un amico egiziano mi ha messo a disposizione in cambio di pochi spicci e di qualche partita, quando alle mie spalle sbuca un lettore:

- Io ogni tanto la leggo, sa?

Io chiudo tutto, come un adolescente beccato dallo zio prete mentre si aggiorna su “ClitoDonna.net” in merito allo stato dell’arte delle tecniche di falloplastica. E quello inizia a raccontarmi i dettagli di come ha conosciuto l’A-Log e si chiede, “a proposito”, da dove derivi quello strano termine: “A-Log?”.
Gli spiego che l’uomo non crea nulla. Che il parlare di “creazione”, riferendosi alle attività umane, è un abuso di linguaggio. Gli cito qualche passo della Bibbia e lo invito a leggere gli articoli di Enrico Grazioli

- Troverà la luce…

gli assicuro. Quello, tutto soddisfatto, prende posto vicino a me. Io giro il tubo catodico cercando l’angolo che mantenga il nemico all’oscuro. Non mi sento mica sicuro, anche se ormai si tratta solo di pigiare pochi tasti. Infatti il baluba si gira e mi chiede:

- Conosce Chinaski?
Richiudo in modo convulso la finestrella di SSH zeppa di scrittine intrinsecamente antidemocratiche e apro LiberoNotizie, con la disinvoltura del consumato pornomaniaco-con-gente-attorno.
Prima che io possa proferire “ba”, il vile sorride della mia mossa e mi fissa, con mielosa aria comprensiva.

- No. non leggo Bukowski
rispondo. Ma il tizio non mi capisce. Mi fa invece notare che nel mio a-log c’è un link a Chinaski, quello blogger.

Io: ha ragione, mi sono dimenticato di toglierlo
Lettore: ah, avete litigato?
Io: le ho detto che non lo conosco.
Lettore: ah!
Io: è solo che produce cattive influenze.
Lettore:

Siccome avevo da fare e la sua dialettica mi stava mettendo al muro, gli ho consigliato di visitare quattroland, spiegandogli perché è (o sarà) meglio della zona Chinaski.

A voi non lo dico, perché seguo il consiglio di O.Wilde, e cioè che è meglio rimanere incomprensibili, in quanto
to be great is to be misunderstood.

Olga, ricordi ancora…

Sabato 19 Gennaio 2008

Se ti va, chiedi ad Algo cosa ne pensa degli scioperi selvaggi dei mezzi pubblici, me lo ricordo ancora mentre seppelliva lo zaino, inca****to come una belva perché erano 2 giorni che l’autobus ci lasciava a piedi dall’altra parte della città […]
Davide Morellato (in un forum)

Lancio l’appello. Se qualche artista (pittore, incisore o scultore) vuole mettersi in contatto con me per trasfigurare e dare una forma visibile a questo evento soggettivo dalla portentosa presa emotiva, evocato dal Morellato ad anni di distanza, mi lasci una nota. Il concorso è aperto.

E’, quello in oggetto, uno dei fatti capitali della mia vita, sintomo del modo in cui concepivo allora il mio rapporto col tempo e con l’azione. Ero un giovanissimo studente di ingegneria, ancora imbevuto di superomismo e non ancora completamente affogato nel quotidiano “sveglia e caffè, barba e bidet”. Quella sepoltura di zaino e giacca in un’aiola pubblica, mentre tutto intorno a me bruciava e autobus vuoti si avviavano come spettri inesorabili e puzzolenti verso il Deposito, rappresentò una svolta e, insieme, una resa. Definitiva. Se sei nudo sott’acqua, puoi dimenarti e rivoltarti finché vuoi, ma o inizi a boccheggiare come tutte quelle cose che vivono là sotto o crepi. Quello che per voi era un particolare grottesco (una matricola che seppellisce oggetti con calci e sabbiaccia, in un’aiola, augurando agli scioperanti e a chissà chi altro ogni terrore del mondo) per me fu la rivoluzione che chi sta affogando disperatamente, rabbiosamente, avverte avvoltolandosi nell’elemento, insieme allo strepito amplificato dalla percezione interna e ovattato per l’acqua che sopra sotto e ovunque soffoca e trasforma in caricatura le sue sacre grida di dignità e miseria.

Un ricordo epico e un grande vuoto. Nostalgia di un gesto titanico. Enorme. Tanto stupido e fatuo per voi quanto sublime, se qualcosa al di sopra, oltre questo mondo esiste. Di cui vado fiero, ma che non sento come mio. La fierezza è tutta per quella vita e quella speranza che, proprio in quel momento, si spegnevano e svanivano not with a bang, ma come sopra. Ipocriti lettori, non potete capire. Il concorso, comunque, è aperto. Parliamone.