Lo grido ai quattro venti…

8 Febbraio 2008

… se vuoi che il contatore si alzi, prepara liste nere. Su blogspot, però, dureresti pochissimo (i curiosi arriverebbero a te forse solo attraverso la cache di google). Chiedo al mio amico egiziano se ha qualcosa da prestarti. Quando sei pronto, fammi segnali di fumo che ti mando un uomo di mia fiducia con le istruzioni.

L’amore al tempo di MSN

6 Febbraio 2008

Stavo per dirle tutto.

Che l’amavo, eccetera eccetera. Quinta nella lista dei contatti in linea. Pronto per il doppio clic.

clic

passavano i millisecondi che il cervelletto-e-via-dicendo mi impone sempre di attendere, tra l’uno e l’altro…

…clic

No, mi era sparita dalla lista dei contatti.

Un clic interruptus, in pratica. Oddio, cliccare cliccavo, ma orrendamente a vuoto.

A vuoto.

“A chi?!” - con accento bresciano e una “i” lunghissima che già si metamorfosava ottundendosi nell’eco di una “u lombarda”: mi sgridava la coscienza.

Che dire? Per fortuna siamo dotati di linguaggio. Se non potessimo esprimerci sai che roba? Tenersi tutto dentro… pazzesco. Non ce la farei mai.

:(

Uomini di pastafrolla

3 Febbraio 2008

Dal laboratorio dell’università, sto per mandare milletrecento messaggi minatori anonimi al Presidente della Repubblica, con l’ausilio di un server fantoccio che un amico egiziano mi ha messo a disposizione in cambio di pochi spicci e di qualche partita, quando alle mie spalle sbuca un lettore:

- Io ogni tanto la leggo, sa?

Io chiudo tutto, come un adolescente beccato dallo zio prete mentre si aggiorna su “ClitoDonna.net” in merito allo stato dell’arte delle tecniche di falloplastica. E quello inizia a raccontarmi i dettagli di come ha conosciuto l’A-Log e si chiede, “a proposito”, da dove derivi quello strano termine: “A-Log?”.
Gli spiego che l’uomo non crea nulla. Che il parlare di “creazione”, riferendosi alle attività umane, è un abuso di linguaggio. Gli cito qualche passo della Bibbia e lo invito a leggere gli articoli di Enrico Grazioli

- Troverà la luce…

gli assicuro. Quello, tutto soddisfatto, prende posto vicino a me. Io giro il tubo catodico cercando l’angolo che mantenga il nemico all’oscuro. Non mi sento mica sicuro, anche se ormai si tratta solo di pigiare pochi tasti. Infatti il baluba si gira e mi chiede:

- Conosce Chinaski?
Richiudo in modo convulso la finestrella di SSH zeppa di scrittine intrinsecamente antidemocratiche e apro LiberoNotizie, con la disinvoltura del consumato pornomaniaco-con-gente-attorno.
Prima che io possa proferire “ba”, il vile sorride della mia mossa e mi fissa, con mielosa aria comprensiva.

- No. non leggo Bukowski
rispondo. Ma il tizio non mi capisce. Mi fa invece notare che nel mio a-log c’è un link a Chinaski, quello blogger.

Io: ha ragione, mi sono dimenticato di toglierlo
Lettore: ah, avete litigato?
Io: le ho detto che non lo conosco.
Lettore: ah!
Io: è solo che produce cattive influenze.
Lettore:

Siccome avevo da fare e la sua dialettica mi stava mettendo al muro, gli ho consigliato di visitare quattroland, spiegandogli perché è (o sarà) meglio della zona Chinaski.

A voi non lo dico, perché seguo il consiglio di O.Wilde, e cioè che è meglio rimanere incomprensibili, in quanto
to be great is to be misunderstood.

Un contatore

25 Gennaio 2008

Un contatore è bello. Tuttavia va preso con le pinze.

for i in `seq 1 $num` ;
do
wget “http://c**.s*********.com/t.php?[…]>/dev/null
rm t.php[…]

done

Il Pisu dice che non basta. Che tanto se ne accorge guardando tra le voci VISITE e VISITATORI UNICI. Il Pisu ha sempre ragione. Di spoofare non se ne parla. No no. Non è questo il discorso.

Dico solo, e non serve la sbrodolata di cui sopra in quanto basta un ditino, che bello è bello, ma va preso con le pinze.

Olga, ricordi ancora…

19 Gennaio 2008

Se ti va, chiedi ad Algo cosa ne pensa degli scioperi selvaggi dei mezzi pubblici, me lo ricordo ancora mentre seppelliva lo zaino, inca****to come una belva perché erano 2 giorni che l’autobus ci lasciava a piedi dall’altra parte della città […]
Davide Morellato (in un forum)

Lancio l’appello. Se qualche artista (pittore, incisore o scultore) vuole mettersi in contatto con me per trasfigurare e dare una forma visibile a questo evento soggettivo dalla portentosa presa emotiva, evocato dal Morellato ad anni di distanza, mi lasci una nota. Il concorso è aperto.

E’, quello in oggetto, uno dei fatti capitali della mia vita, sintomo del modo in cui concepivo allora il mio rapporto col tempo e con l’azione. Ero un giovanissimo studente di ingegneria, ancora imbevuto di superomismo e non ancora completamente affogato nel quotidiano “sveglia e caffè, barba e bidet”. Quella sepoltura di zaino e giacca in un’aiola pubblica, mentre tutto intorno a me bruciava e autobus vuoti si avviavano come spettri inesorabili e puzzolenti verso il Deposito, rappresentò una svolta e, insieme, una resa. Definitiva. Se sei nudo sott’acqua, puoi dimenarti e rivoltarti finché vuoi, ma o inizi a boccheggiare come tutte quelle cose che vivono là sotto o crepi. Quello che per voi era un particolare grottesco (una matricola che seppellisce oggetti con calci e sabbiaccia, in un’aiola, augurando agli scioperanti e a chissà chi altro ogni terrore del mondo) per me fu la rivoluzione che chi sta affogando disperatamente, rabbiosamente, avverte avvoltolandosi nell’elemento, insieme allo strepito amplificato dalla percezione interna e ovattato per l’acqua che sopra sotto e ovunque soffoca e trasforma in caricatura le sue sacre grida di dignità e miseria.

Un ricordo epico e un grande vuoto. Nostalgia di un gesto titanico. Enorme. Tanto stupido e fatuo per voi quanto sublime, se qualcosa al di sopra, oltre questo mondo esiste. Di cui vado fiero, ma che non sento come mio. La fierezza è tutta per quella vita e quella speranza che, proprio in quel momento, si spegnevano e svanivano not with a bang, ma come sopra. Ipocriti lettori, non potete capire. Il concorso, comunque, è aperto. Parliamone.

Imprimatur

19 Gennaio 2008

Conosco troppe persone, per potermi permettere di fare lo scrittore. Più che altro, ho davvero tanti parenti e amici di famiglia.

E’ una fortuna, certo. Non me ne rammarico. Ma se davvero la Guanda, un giorno, mi desse carta bianca… “come abbiamo fatto a non accorgercene?” e “dove abbiamo sbagliato?” sarebbero i primi, non pochi e non lontani, contriti commenti.

No, no. Meglio non provarci nemmeno.

Robert James (Bobby) Fischer

18 Gennaio 2008

Giù giù nel Kali-Yuga

17 Gennaio 2008

Questo blog è entrato nella fase di plateau, saltando il climax. E, nonostante questo salto, inaccettabile per la nostra forma mentis, giacché questo blog non è di Bali (vedi: assenza di interazione cumulativa et cetera), ancora capita che in stazione qualche lettore mi fermi e mi chieda notizie.

Quali sintomi di emergenze spermatiche, nascono nuovi blog. Quattroland è qualcosa di più. E’ quasi un embrione, più che schizzo su web destinato ad approdare su carta. Carta, auspichiamo, più igienica di quella dei giornali. Infetti. Infettanti.

Aborro ormai la monomania sessuale. Quelli delle barricate volevano la liberazione: hanno ottenuto lessico e sintassi che non salgono mai sopra l’ombelico. E’ col disgusto del moralista che tocca il fondo che, a mia volta, vado letterariamente fregando il fondo.

Si può guardare in alto. Ma è difficile farlo da qui. Da un a-log. Spero almeno che il disgusto sia tale da invogliare qualcuno a guardare oltre. Ma invece a voi piace. E, quando io parlo di “guardare oltre”, voi pensate ai raggi di Roentgen, quei maledetti. E vi esaltate, ma non vi disprezzo. Ma se pure vi disprezzassi - non sono un pedagogo, né un maestro. Un blogger. Se il contatore dell’a-log sale di uno, io sono contento. No, non contabilizzo. No, non monetizzo. Mi attacco solo a quello che c’è. Neanche un punto e virgola. Una valanga di punti.

Paio una fonna.

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16 Gennaio 2008

è nato quattroland. pesa 4.5 kg e sta bene
http://quattroland.blogspot.com/

I blog sotto la neve fradicia

25 Dicembre 2007

Ci sono blog che a Natale si spengono. Vale a dire: sono schizzi che servono nei momenti di alta tensione, per tranquillizzarsi un attimo. Ricettacoli di gesti dissipativi dello stress. La gioia dei lettori, che pure son tali per coazione a ripetere.

Altri si accendono. Uno ha tempo, e scrive. Non abbastanza per un libro, forse, ma il blog ci può stare. In effetti, il blog è una gran cosa, al diavolo gli editori. Ma sono pochi quelli che non cedono alle lusinghe del poter tutto pubblicare e non finiscono col troppo pubblicare. Un libro è sudato. Magari anche censurato. Un blog è schizzato. Ci vuole autocontrollo. Bisogna saperci fare. Difficile. Elitario.

Ci sono bloggers che proseguono come se niente fosse. Vacanza o meno. Di diritti umani si parlava e di diritti umani si parla. Di computer? Di computer. Di calcio? Di calcio.
Di niente? Di niente. Questi meritano la tessera, se già non l’hanno, di giornalisti.