Giù giù nel Kali-Yuga

Questo blog è entrato nella fase di plateau, saltando il climax. E, nonostante questo salto, inaccettabile per la nostra forma mentis, giacché questo blog non è di Bali (vedi: assenza di interazione cumulativa et cetera), ancora capita che in stazione qualche lettore mi fermi e mi chieda notizie.

Quali sintomi di emergenze spermatiche, nascono nuovi blog. Quattroland è qualcosa di più. E’ quasi un embrione, più che schizzo su web destinato ad approdare su carta. Carta, auspichiamo, più igienica di quella dei giornali. Infetti. Infettanti.

Aborro ormai la monomania sessuale. Quelli delle barricate volevano la liberazione: hanno ottenuto lessico e sintassi che non salgono mai sopra l’ombelico. E’ col disgusto del moralista che tocca il fondo che, a mia volta, vado letterariamente fregando il fondo.

Si può guardare in alto. Ma è difficile farlo da qui. Da un a-log. Spero almeno che il disgusto sia tale da invogliare qualcuno a guardare oltre. Ma invece a voi piace. E, quando io parlo di “guardare oltre”, voi pensate ai raggi di Roentgen, quei maledetti. E vi esaltate, ma non vi disprezzo. Ma se pure vi disprezzassi - non sono un pedagogo, né un maestro. Un blogger. Se il contatore dell’a-log sale di uno, io sono contento. No, non contabilizzo. No, non monetizzo. Mi attacco solo a quello che c’è. Neanche un punto e virgola. Una valanga di punti.

Paio una fonna.

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