Olga, ricordi ancora…

Se ti va, chiedi ad Algo cosa ne pensa degli scioperi selvaggi dei mezzi pubblici, me lo ricordo ancora mentre seppelliva lo zaino, inca****to come una belva perché erano 2 giorni che l’autobus ci lasciava a piedi dall’altra parte della città […]
Davide Morellato (in un forum)

Lancio l’appello. Se qualche artista (pittore, incisore o scultore) vuole mettersi in contatto con me per trasfigurare e dare una forma visibile a questo evento soggettivo dalla portentosa presa emotiva, evocato dal Morellato ad anni di distanza, mi lasci una nota. Il concorso è aperto.

E’, quello in oggetto, uno dei fatti capitali della mia vita, sintomo del modo in cui concepivo allora il mio rapporto col tempo e con l’azione. Ero un giovanissimo studente di ingegneria, ancora imbevuto di superomismo e non ancora completamente affogato nel quotidiano “sveglia e caffè, barba e bidet”. Quella sepoltura di zaino e giacca in un’aiola pubblica, mentre tutto intorno a me bruciava e autobus vuoti si avviavano come spettri inesorabili e puzzolenti verso il Deposito, rappresentò una svolta e, insieme, una resa. Definitiva. Se sei nudo sott’acqua, puoi dimenarti e rivoltarti finché vuoi, ma o inizi a boccheggiare come tutte quelle cose che vivono là sotto o crepi. Quello che per voi era un particolare grottesco (una matricola che seppellisce oggetti con calci e sabbiaccia, in un’aiola, augurando agli scioperanti e a chissà chi altro ogni terrore del mondo) per me fu la rivoluzione che chi sta affogando disperatamente, rabbiosamente, avverte avvoltolandosi nell’elemento, insieme allo strepito amplificato dalla percezione interna e ovattato per l’acqua che sopra sotto e ovunque soffoca e trasforma in caricatura le sue sacre grida di dignità e miseria.

Un ricordo epico e un grande vuoto. Nostalgia di un gesto titanico. Enorme. Tanto stupido e fatuo per voi quanto sublime, se qualcosa al di sopra, oltre questo mondo esiste. Di cui vado fiero, ma che non sento come mio. La fierezza è tutta per quella vita e quella speranza che, proprio in quel momento, si spegnevano e svanivano not with a bang, ma come sopra. Ipocriti lettori, non potete capire. Il concorso, comunque, è aperto. Parliamone.

2 Commenti a “Olga, ricordi ancora…”

  1. davide IT scrive:

    Chissà se esiste ancora quell’aiuola……

  2. Algo scrive:

    Che può mai importare? Il mio gesto l’ha resa eterna.

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