Panini

Mi ricorderò sempre le ghigne di certi aspiranti ingegneri informatici progressisti di fronte ad un libro sull’elettromagnetismo che mi ostinavo a considerare degno d’essere letto, per quanto fosse un poco ingiallito dal tempo – aveva qualche decina d’anni. Scomodavano tra metalliche risate il medioevo e la terra piatta, lo sciamanesimo e la stregoneria, la credenza in cose invisibili. Sfottevano la teoria del flogisto e deploravano chi agiva in assenza di google.

Quelli di loro che mi stanno leggendo si chiederanno che cosa c’entri tutto questo con le figurine.

Bene, niente. Tornino costoro a mandare a memoria qualche schematizzazione ad usum doctoris machinarii sulle BNF e godano della cristallina formalizzazione delle grammatiche non contestuali, alla faccia di Panini, che circa duemilatrecentocinquant’anni fa già descriveva il sanscrito servendosi di strumenti analoghi.

Ma noi siamo più furbi, perché lui è morto senza nemmeno sapere che cosa fosse un blog.

6 Commenti a “Panini”

  1. Pisu scrive:

    E’ normale che non ci ho capito nulla?

  2. Algo scrive:

    Dipende. Boh. Proprio nulla nulla?

  3. Max scrive:

    Mi pare di capire che insisti con campagna di demolizione del Blog…
    Ma non voglio credere che i Blog abbiano qualcosa a che vedere con i risultati più nobili di più di 2000 anni di formalizzazione del linguaggio.

  4. Pisu scrive:

    Nulla nulla!

  5. Algo scrive:

    Pisu, ma neanche i primi due paragrafi?

    Max, credo anch’io che i blog non c’entrino molto con Chomsky & antenati. C’entrano invece con la ridicola spocchia di certi che, proiettati verso le magnifiche sorti e progressive della nostra specie, credono che tutto ciò che - nella tecnica, nella scienza, nella morale e nella psicologia - precede Windows 95 sia tenebroso medioevo e sonno della ragione. Dico Windows 95 perché chiaramente sono vecchio e codino. Dovrei dire Vista.

  6. Pisu scrive:

    Non sono d’accordo con questa visione negativistica e tecnologistica dei blog. Secondo me possono essere una nuova espressione di giornalismo, cultura, letteratura, in una forma di libertà ed espressività mai vista prima.

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