Lettera aperta ad un Senatore

Che resta ormai da fare, a un giovane blogger in cerca di popolarità, se non lanciare il lazo verso il blog di Grillo.

Grillo è un comico, ed è comico. In quanto ad entelechia (εν θέλει έχειν mi suggerisce gesticolando un tizio non proprio vicino al mio tavolo qui all’Antico Caffè Greco - ha la faccia di uno che ha fatto il classico), dunque, ci siamo.

<<Io non me ne andrò di qui - m’ha gridato il Grillo poco fa - se prima non ti avrò detto una gran verità>>

E così, tonitruante, scandiva:

<<
La Rete è nata libera. Una delle sue leggi è la trasparenza. Non si può nascondere nulla in Rete e non si possono raccontare balle. La Rete è la fine dei politici che dichiarano una cosa e ne fanno un’altra. Chi apre un blog dovrebbe saperlo.
[…]
Ha aperto un blog,
clementemastella.blogspot.com, per dialogare con i cittadini, ma non pubblica le migliaia di commenti negativi.
[…]
La Rete non tollera questo tipo di comportamento.
>>

Ebbene, perché mi preoccupo a tal punto di queste sciocchezze? Forse perché questo A-log è nato in risposta a certe ideuzze mastelliane (in quel caso, à mon avis, pessime). Lo sanno in pochi, e qui mai ho dichiarato il vero intento, il malizioso fine, che si svelerà solo quando troverà completa attuazione.

Eppure, tra la “libertà” ad ogni costo del Grillo, secondo cui un blog dovrebbe essere ricettacolo di spazzatura e di commenti lasciati da cani e porci, ovvero infinita traccia di illeggibili commenti, massa che fa volume, ma dà zero informazione (e conoscenza negativa: buchi neri risucchianti sono queste latrine democratiche, sedicenti “aperte al confronto”) e la gestione mastelliana dei commenti sul suo blog, così austera, ma anche umana, in fondo, pulita - ho scelto senza dubbio fin dall’inizio.

Già, la libertà è un comodo feticcio. Uno non ha voglia di leggere o di rispondere, e così pubblica i miliardi di commenti giornalieri - ove, in realtà, dire che “li pubblica” significa dire che non li cancella.

Ma poi cos’è questa storia della libertà come sui-muri-di-casa-mia-scrivete-tutte-le-incomparabili-schifezze-che-volete? Da lì alla libertà come sfracellate-pure-casa-mia e metteteci-al-suo-posto-lo-stemma-della-vostra-squadra-del-cuore quanto ci corre? E poi cos’è ’sta minchiata della trasparenza? C’è gente che da secoli si fa il mazzo a crittografare le comunicazioni e Grillo spernacchia tutto sotto il lenzuolone della libertà come stato-naturale-della-rete!

Ma che luogo è quello in cui non sono libero di bisbigliare, nel nome della trasparenza? Ma che luogo demopuzzolente è quello in cui non posso crearmi il mio ordine, il mio microcosmo, senza che il pattume circostante m’infetti?

Ah, ma qua se ne fa, forse, alta questione terminologica: il blog è aperto a commenti, per definizione, dicono i barbari che dormono col cappellino del Web2.0. Accontentiamoli.

<<
On. Mastella, Chiarissimo Senatore, Eminenza e Ministro
La informo
il suo non è un blog, è un a-log.

Spiace.
>>

PS
Ed il Grillo, che era paziente e filosofo, invece di aversi a male di questa impertinenza, continuò con lo stesso tono di voce.

4 Commenti a “Lettera aperta ad un Senatore”

  1. Pisu scrive:

    Sai cosa non mi piace di questi due blog, Grillo e Mastella, ma tanti ce ne saranno? Che vengono usati per “sparare merda” (ops si può dire? me lo censuri?) a vicenda. E’ troppo facile parlare male di qualcuno nel tuo blog, vabbè anche se fai pubblicare i commenti, è il post principale che conta ed è tutto tuo, non c’è il “contraddittorio”. Allora il blog non può essere uno strumento “democratico” di sputtanarsi (ops 2), ma un modo per esprimere tranquillamente il proprio parere… Certo il confine è sottile.

  2. Algo scrive:

    Sì, è la classica idea di democrazia di piazza. L’idea che l’essere in tanti a rumoreggiare attorno ad una voce maschia doni la libertà. E la pace.
    Amen

  3. Algo scrive:

    Il blog di Mastella è un’idea carina, ma è tristissimo il fatto che non si faccia quasi altro che parlare del mezzo stesso. Commenti “censurati” e sciocchezze di questo genere. Gradirei un po’ di autorità, un po’ di spalle dritte. I politici dovrebbero imparare da certi allenatori della Nazionale. Silenzio stampa. Si snobbano i tifosi. NON si parla con la gente. NON ci si umilia davanti a tutti. E, a fine mandato, si vede.

    Che hai detto? I grilli friniscono e frignano dai blog? Lasciali lì. Sono in molti? Che alzino le natiche dalla sedia e vadano in piazza. Manifestano? Sorridi loro. Si armano? Chiediti quanti sono e dove sono. Rispondi. Ti spodestano? Hai perso, game over. Era inevitabile, ma almeno hai salvato la faccia.

    —>questa è il mio pensiero “facile”, quello che si ferma al primo livello di serietà. Ce n’è un altro, più raffinato, che mi convince di più. Ma è esoterico, non ne scrivo certo in internet.

  4. ExpatteFela scrive:

    [Il seguente è uno dei molti messaggi di SPAM che arrivano. Lo pubblico (a parte l’indirizzo a cui fa riferimento) perché stilisticamente è molto rilevante… N.d.Algo]

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